lunedì 19 novembre 2012

Pianeta Crowdfunding e bitcoin: finalmente insieme?

Il mondo del crowdfounding, la raccolta di fondi “collettiva” in rete, comincia a incrociarsi con quello della moneta elettronica. Che ne verrà fuori? 



  
Btcjam è un servizio di microcredito attivo da meno di un mese. Con esso è possibile chiedere bitcoin in prestito e stabilire i tempi di restituzione. Non è esattamente Kickstarter - il più famoso servizio di “crowdfunding”, da crowd, folla e funding, finanziamento - ma qualcosa di complementare, su una piattaforma monetaria del tutto indipendente.
Il crowdfunding è stato portato alla notorietà dalla prima campagna eletorale di Barak Obama, quando una parte delle donazioni (non dalle corporation venne raccolto fra gli elettori con questo mezzo.
Un altro esempio illustre è quello francese del Louvre, quando il museo parigino sviluppò la campagna “Tous Mécénès” (Tutti Mecenati) per raccogliere fra migliaia di amanti dell'arte i fondi (non pochi) necessari a rilevare da un collezionista privato Le tre Grazie, il capolavoro rinascimentale “Le tre grazie” di Cranach.
Btcjam è tutto questo, e anche ti più. Qui incontri - ad esempio – il tizio che si è rotto gli occhiali e ha bisogno di acquistarne un altro paio subito, prima del ventisette, ma non vuole indebitarsi con una finanziaria; o quello che deve pagare con urgenza bollette, tassse universitarie, cure mediche. Altri casi di crowdfunding riguardano invece non tanto l'utente comune quanto quello “specializzato” e ha bisogno di raccogliere fondi per creare nuovi servizi (per esempio siti basati sul bitcoin) o macchinari (ad esempio computer per “minare” bitcoin).
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Del bitcoin, la moneta su cui si appoggia il Btcjam, sappiamo da tempo (almeno i nostri lettori) che si tratta di un oggetto elettronico basata su un sistema di computer che calcola le transazioni e l’immissione di nuova moneta.
Attorno a questo ci sono entità piccole e grandi che forniscono una serie eterogenea di servizi (fra loro, il famigerato Silk Road, una specie di Ebay accessibile via Tor e che accetta solo pagamenti in bitcoin): Mt.Gox, il più grande cambiavalute in bitcoin del pianeta, e poi il trader cinese Btcchina il russo Btc-e, ecc. Molto attivo Spendbitcoin.com, col quale si può usare la moneta elettronica per acquistare beni o servizi anche su Amazon.
Il mondo del bitcoin, da un certo punto di vista, comincia così ad avvicinarsi a quello del microcredito, il complesso sistema ideato (e in parte realizzato) dal Nobel Muhammad Yunus: un meccanismo di piccoli e piccolissimi prestiti destinati ad imprenditori troppo poveri per ottenere credito dai circuiti bancari tradizionali, e in grado quindi di rivitalizzare economia altrimenti troppo deboli per un qualsiasi decollo.
Questo implica un'indipendenza di fatto dal circuito bancario ufficiale, i cui interessi non sempre coincidono con quelli dei piccoli utilizzatori. Un'indipendenza che il bitcoin cerca di raggiungere per altra via, puntando su una rottura delle dipendenze ancor più a monte, nel momento stesso dell aformazione della moneta.
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Newsweek lascia la carta: il fatto che il secondo periodico tradizionalmente più venduto – dopo Time – negli Stati Uniti abbandoni il cartaceo e si affidi interamente a smartphone, tablet e computer forse non c'entra col bitcoin, e forse sì. Mossa disperata perché il cartaceo non vendeva più? Successo (in termini di utenti paganti) della versione online? Chissà. Di certo c'è che, fra un anno o due, una parte di questi accessi verrà pagata in bitcoin, o in altra moneta analoga, e non in dollari, yen o euro. Questo apre una prospettiva.




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